Croazia, l'esplorazione
continua (2)
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta della Croazia. Una tappa lunga
quasi 3000 chilometri tra paesaggi, vino e buona compagnia. In macchina verso
la Mitteleuropa, tappa a Rovigno, Rovinj
(mondointasca.org 31/7/14)
(mondointasca.org 31/7/14)
di Gian Paolo Bonomi
Come informato nella precedente prima puntata (e riepilogo telegraficamente) Marijana Rebic, secretary general
della croata Fijet (federazione
giornalisti turismo), segnala miei articoli sull’Egitto alla giuria assegnante
un premio consistente nella visita di alcune delle più belle località
site sull’altra sponda dell’Adriatico;
(stranamente) risulto vincitore (nemo propheta in patria) e fu così che
mi ritrovo in gita.
Una trasferta che prima di partire avevo preventivato di circa 2000 km e al ritorno a Milano è invece risultata di poco inferiore ai 3000 (spiegazione ulissiana: Fatti non foste per viver come bruti ma per servir virtude e conoscenza, nel senso che Se vuoi vedere il mondo devi alzare le chiappe, non star mai fermo, sennò tanto valgono sdraio, ombrellone e Gazzetta dello Sport ai Bagni Conchiglia del Forte, vacanze profondamente intellettuali di gran parte della borghesia-bene milanese non solo pallonara). Sono pertanto indicative le distanze che ritengo utile menzionare e inoltre informo (hai visto mai che la mia narrazione possa valere come baedeker per chi va in Croazia) che benzina e autostrade costano meno (te pareva) che nel Belpaese (forse grazie a meno accise e per certo meno mazzette, vedasi l’”ottima” posizione dell’Italia nella speciale classifica dei corrotti redatta dall’Onu).
Una trasferta che prima di partire avevo preventivato di circa 2000 km e al ritorno a Milano è invece risultata di poco inferiore ai 3000 (spiegazione ulissiana: Fatti non foste per viver come bruti ma per servir virtude e conoscenza, nel senso che Se vuoi vedere il mondo devi alzare le chiappe, non star mai fermo, sennò tanto valgono sdraio, ombrellone e Gazzetta dello Sport ai Bagni Conchiglia del Forte, vacanze profondamente intellettuali di gran parte della borghesia-bene milanese non solo pallonara). Sono pertanto indicative le distanze che ritengo utile menzionare e inoltre informo (hai visto mai che la mia narrazione possa valere come baedeker per chi va in Croazia) che benzina e autostrade costano meno (te pareva) che nel Belpaese (forse grazie a meno accise e per certo meno mazzette, vedasi l’”ottima” posizione dell’Italia nella speciale classifica dei corrotti redatta dall’Onu).
In avvicinamento alla Mitteleuropa
Prima tappa, da Milano a
Rovinj-Rovigno, poco più di 500
km non ricchi di highlights salvo due vicenduole. A Gradisca d’Isonzo, anticipazioni di
Mitteleuropa: ammirando un monumento scopro che i Caduti della Grande guerra
ivi commemorati combatterono metà per l’Italia dei Savoia e l’altra metà per
l’Austria-Ungheria degli Absburgo (e per motivi di passaporto mi astengo dai
commenti); e nell’osteria Mulin Vecio che bello veder tagliare a
mano il prosciutto crudo di San
Daniele e che goduria grattare il kren/rafano su quello cotto di Praga. Altra
minichicca: entrato da Trieste in Slovenia e, visti i pochissimi km che mi
separano dalla Croazia non compro (non sono avaro, sono povero) la vignetta (15 €) obbligatoria su super
e autostrade, zigzago per strade di campagna e finisco smarrito su una vetta
carsica. Entro finalmente in Croazia e prima di giungere alla meta è forte la
tentazione di un salto nella vicina Porec-Parenzo,
fosse solo per cantarvi la Mula de Parenso, noto motivo dei ciùcc
delle terre bagnate dal golfo di Trieste, che recita: … ha messo su botega,
de tuto la vendeva fora che el bacalà (quante belle ciucche di Pelinkovac
- delizioso amaro a base di Artemisia/Assenzio - in quel congresso degli scribi
turistici del Gist, ciao vècio presi Venchiarutti).
Enogastronomia lungo il canale di Leme
Foto aerea
del Canale di Leme
Arrivato a Rovinj-Rovigno
(previo stop – tra gli ulivi, penso a Plinio che classificò l’olio dell’Istria
tra i tre migliori dell’antica Roma - per ammirare il canale di Leme, cosa non fa di incredibile madrenatura, da 'ste
parti aiutata dalla pietrosa morfologia carsica), scendo (verbo un tempo usato
se si parlava di alberghi) all'"Adriatic" (valido 3* di
austro-ungarica architettura, ottima la posizione sulla piazza che si specchia
sul porto), incontro Dario Cinic,
capo della Fijet locale, e si va a cena al Kantinon, un ristorante, ex
magazzino del porto, che, oltre al buon cibo, ricordo per la non fortuita
eccellenza dei vini. E mi spiego:
avendomi Dario vippizzato quasi fossi un Nobel della Letteratura
viaggiatoria, per tutta la cena mi ritrovo a fianco il sommelier che,
confortato dalla mia massima nonchalance, non finisce di stappare
bottiglie di deliziosi bianchi istriani sottoponendoli al mio insindacabile
giudizio.
Il passaggio sotto l'Arco dei Balbi
Fine cena, e, clamoroso al
Cibali! la Mula de Parenso da me cantata a Rovinj/Rovigno. Ma fosse
solo per servir virtude e conoscenza, rieccomi a rivedere e ri-godere le
stradine dell’antica cittadina, previo passaggio sotto l'Arco dei Balbi (XVII secolo, in
precedenza Porton de la Pescheria) e ossequioso saluto al Leon de San
Marco che lo presiede. Una passeggiata resa ancor più piacevole dalla sorpresa,
dopo tante curve tra stretti vicoli, di ritrovarti sul grande spazio (e vai con
innumere foto) tra il mare e la chiesa
di Sant’Eufemia (il cui campanile, pressoché gemello di quello di San
Marco, ricorda agli sbadati che da queste parti la da me idolatrata Serenissima
non è stata soltanto una parentesi storica).
Rovigno, luogo di amicizie
Rovigno, luogo di amicizie
Passeggiando
per i vicoli di Rovigno
E se l'attento turista vuole viepiù godersi Rovinj/Rovigno, stavolta dal mare, compia una bella gita in barchetta intorno al borgo peninsulare dominato da tanto monumentale tempio (si parte dal porto sulla piazza cittadina – Gradski Trg, ma quanto sono parchi di vocali, 'sti croati – e si approda davanti al teatro Antonio Gandusio, rovignese, grande attore del teatro italiano nella prima metà del secolo scorso). Lascio Rovigno, la cui storia e cultura vadano ben oltre le diatribe internazionali e i passaporti di chi vi abita. E nel salutare il neoamico Dario lo prego di portare i miei riconoscenti saluti al sommeiler del Kantinon. Grazie a lui dimenticai - ancorché e ahimè solo provvisoriamente - che i vini istriani sono un filino cari, giusta il detto spagnolo La vida buena es cara, hay otra mas barata, pero ya no es vida (La bella vita costa, ce n’è un’altra meno cara ma non è più vita). Vado a Split-Spalato, non senza un blitz ai celeberrimi laghi di Plitvice. ….
E se l'attento turista vuole viepiù godersi Rovinj/Rovigno, stavolta dal mare, compia una bella gita in barchetta intorno al borgo peninsulare dominato da tanto monumentale tempio (si parte dal porto sulla piazza cittadina – Gradski Trg, ma quanto sono parchi di vocali, 'sti croati – e si approda davanti al teatro Antonio Gandusio, rovignese, grande attore del teatro italiano nella prima metà del secolo scorso). Lascio Rovigno, la cui storia e cultura vadano ben oltre le diatribe internazionali e i passaporti di chi vi abita. E nel salutare il neoamico Dario lo prego di portare i miei riconoscenti saluti al sommeiler del Kantinon. Grazie a lui dimenticai - ancorché e ahimè solo provvisoriamente - che i vini istriani sono un filino cari, giusta il detto spagnolo La vida buena es cara, hay otra mas barata, pero ya no es vida (La bella vita costa, ce n’è un’altra meno cara ma non è più vita). Vado a Split-Spalato, non senza un blitz ai celeberrimi laghi di Plitvice. ….
A presto…